Progetto di ProloQuandoMantova
Il progetto nasce dalla volontà di un rapporto costante con l’Amministrazione e con la cittadinanza alfine di rispondere, in modo più efficace, alle richieste di una società sempre più complessa: permette di facilitare il confronto e la determinazione di scelte e decisioni condivise. Il progetto Interculturalità prevede la stesura di un “pacchetto di eventi” per le attività culturali, una forma di partecipazione diretta alla vita della città.
UN PROGETTO PER FARE RETE
Si mira a creare in ogni occasione reti di collaborazione: rete locale con persone, gruppi e associazioni. Rete territoriale, con gruppi e associazioni mantovane, a seconda
dei temi affrontati. Rete sovracomunale per creare occasioni di programmazione, collaborazione, azione comune. Tutte le attività vengono attivate in collaborazione con una
o più associazioni.
UN PROGETTO DI SCAMBIO INTERCULTURALE
Interculturalità produce socialità e comunità, e lo fa moltiplicando le relazioni. Alla base di ogni relazione c’è lo scambio. Scambio di parole, idee, cose, tempo, aiuto. La
nostra vita è fatta di scambi. Abbiamo sempre bisogno degli altri e gli altri di noi. Inoltre il progetto Interculturalità vuole sensibilizzare tutti i cittadini al tema della gratuità.
Valorizzare l’atto del donare senza secondi fini. Si cerca di incoraggiare la completa libertà di azione e la non necessaria reciprocità, ovvero creare iniziative in cui non si è
in alcun modo obbligati a ricambiare un dono ricevuto. In tali manifestazioni emerge l’aspetto sociale del dono, visto come momento di riunione e di socializzazione,
addirittura di festa. In particolare si stimola un rapporto di collaborazione, cordialità e amicizia, anche qui con intento critico verso una società, la nostra, dell’individualismo
imperante. Scambio e dono che in ambito culturale, significa più offerta, più selezione, quindi sviluppo e capacità di rinnovamento. Ogni cultura si produce e si costituisce in
quanto intercultura, ossia in quanto risultante in ogni fase della sua nascita e del suo sviluppo, di scambi culturali. Il concetto di intercultura dovrebbe animare gli stili e i
metodi dell’operare nel campo culturale. I temi dello scambio e del dono sono determinanti all’interno della costruzione di una politica culturale. Il progetto Interculturalità ha
mobilitato decine di persone a fare volontariato in ambito culturale.
UN PROGETTO RICCO DI CAPACITA’ E RISORSE
L’Associazione Comunali si proietta a 360 gradi sulla cultura, interpretandola non come fine, ma come mezzo. Le proposte devono saper essere popolari, o meglio ancora
“pop”, cioè capaci di confrontarsi e parlare anche ad un pubblico che si interessa poco o per nulla di cultura, arte, musica, teatro, tradizioni. Quindi essere capaci di fare
proposte, comunicare, parlare al pubblico senza precludere nessuno. Tenendo in conto che esiste un pubblico a più livelli, cioè più pubblici. Questa è una delle scommesse
da vincere: convenzionalmente si parla di cultura alta e cultura bassa, come due luoghi divisi e lontani. Non è necessariamente così, è invece possibile incrociarle,
annullare le distanze, le barriere tra palco e platea, come pure mescolare generi, livelli, messaggi. Le parole “arte”, “cultura”, vanno smitizzate. E tutto ciò, senza scordare
che ci troviamo immersi nella società dell’informazione, della comunicazione, dei mass media, della cultura di massa. Abbiamo a che fare con le merci. Abbiamo a che fare
con il consumo. E la cultura è anch’essa un bene di consumo, che però si carica di valenze simboliche.
Come è nato il progetto Interculturalità
“Ma la cultura è fatta delle cose che ci scambiamo, di come cerchiamo di spiegarci l’un l’altro chi siamo, della sensazione di avere o non avere qualcosa in comune con chi
ci sta vicino alla prima di un’opera o nella fila davanti alla cassa di un supermercato” ( Alessandro Carrera dal libro La Voce di Bob Dylan).
Si è partiti con l’idea di organizzare le attività culturali ma sempre in un regime di scambio tra attività sociale, etica, antica come il mondo; nel tentativo “di spiegarci chi
siamo”: una ricerca che è in continuo divenire, e necessita di aggiornamento continuo, perché la cultura è una cosa che non sta mai ferma ma si trasforma, e noi stiamo
vivendo una fase storica in cui la velocità di mutazione è particolarmente accelerata; di luoghi tradizionalmente differenti “alla prima di un’opera, o nella fila davanti alla
cassa di un supermercato”: non esiste nessuna semplice divisione tra “grande” e “piccola” cultura
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